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Mocktail (drink analcolico): vera tendenza o moda passeggera?

Aggiornamento: 31 mar



mocktail drink analcolico

La risposta che diamo è, come spesso accade, dipende.

Per raccontarvi i motivi che stanno alla base di questa risposta, solo apparentemente salomonica, partiamo proprio dal nome (bruttino a parer nostro) che è stato affibbiato a questa categoria di drink.

La traduzione letterale del neologismo anglosassone "mocktail" è "finto cocktail" e le cose "finte" raramente resistono per più di un battito di ciglia. Un nome un destino verrebbe da dire. Ma non è proprio così. Di fatto quando si ha a che fare con le lingue anglosassoni che, come è noto, assegnano ad un unica parola moltissimi significati in base ai diversi contesti in cui viene utilizzata, allora le cose possono assumere un significato diametralmente opposto. "Mock", nel contesto giusto, può significare infatti "divertente, ironico, camaleontico" e così via. Veniamo al dunque: la nostra opinione è che il destino di questo termine sarà totalmente dipendente dall'impegno e dalla maestria dei bartender che interpreteranno e proporranno i drink analcolici. La mixology può esprimersi meravigliosamente bene sia in presenza di drink con distillati e alcolici che in ricette e sperimentazioni che ne sono totalmente sprovvisti. Ben inteso, le bevande analcoliche si fanno da sempre, ma il termine "mocktail" vuole proprio tracciare un confine tra la semplice bevanda priva di alcol e un drink. Se questo drink sarà finto oppure avventuroso e divertente è ovviamente tutta una questione nelle mani dei bartender e dei mixologist.

 
 
 

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